
All’Auditorium della Stella il capolavoro teatrale rivive
A trent’anni dalla sua prima rappresentazione, Edipus di Giovanni Testori torna sulle scene grazie alla regia di Federico Tiezzi e all’interpretazione di Sandro Lombardi. Dal 4 al 6 luglio, l’Auditorium della Stella di Spoleto ospita la ripresa di uno degli spettacoli simbolo della Compagnia Lombardi-Tiezzi, un’opera che sin dalla sua creazione ha lasciato un’impronta profonda nella drammaturgia italiana.
Il testo, scritto nel 1977 e ultimo della trilogia degli Scarozzanti dopo Ambleto e Macbetto, si distingue per una lingua teatrale sperimentale e composita: italiano contaminato da dialetto lombardo, latino, francese e spagnolo, in un impasto linguistico che richiama la tradizione di Ruzante. Questo intreccio fonico e semantico costituisce uno dei principali tratti distintivi della scrittura testoriana, rendendo Edipus un esempio emblematico di “teatro di poesia”.
L’opera racconta le vicende di una compagnia itinerante di comici decadenti: gli Scarozzanti. Il loro capocomico, rimasto solo dopo l’abbandono dei suoi compagni di scena – il primo attore passato al cabaret e la prima attrice ritiratasi a vita borghese – porta avanti da sé la messa in scena della tragedia di Sofocle. In questa solitaria impresa teatrale, interpreta tutti i personaggi del dramma – da Laio a Giocasta, da Edipo a Dioniso – in un crescendo emotivo che sfocia nella confusione tra l’intreccio mitico e la sua biografia personale.
Il disfacimento della compagnia diventa così specchio di un’angoscia privata e collettiva: la figura di Edipo si fonde con quella dello Scarozzante, i rancori tra personaggi antichi si sovrappongono alle ferite ancora aperte del protagonista, che mescola la propria sofferenza alla materia drammatica in un turbine psichico che lambisce il delirio.
Al centro della vicenda si staglia la riflessione su eros, potere, religione e identità, in un dialogo costante tra mito e quotidianità, tra grande teatro e marginalità culturale. L’allestimento attuale mantiene intatta la componente scenografica dell’originale: le scene sono di Pier Paolo Bisleri, i costumi di Giovanna Buzzi e il disegno luci di Gianni Pollini. Accanto a Lombardi, interpreta un ruolo anche Antonio Perretta, attore formato al Piccolo Teatro di Milano e allievo del corso di alta formazione diretto da Tiezzi presso il Teatro Laboratorio della Toscana.
Il ritorno sulle scene di Edipus nasce da un progetto di rivisitazione di lavori significativi che hanno segnato la storia artistica della compagnia. La volontà di offrire una nuova vita allo spettacolo ha coinciso con il desiderio di giovani attori di confrontarsi con un materiale drammaturgico che va oltre la semplice trasposizione video, esigendo la presenza viva e fisica degli interpreti.
Con questo riallestimento, la Compagnia Lombardi-Tiezzi propone non solo una memoria teatrale, ma anche un confronto tra epoche e generazioni. L’invecchiamento del protagonista e la maturazione dell’interprete offrono un ulteriore strato interpretativo a un testo già denso di livelli simbolici, psicologici e culturali.
L’opera si configura anche come un atto di resistenza artistica: un teatro povero, ambientato su palcoscenici periferici e spesso dimenticati, dove ogni sera viene invocato il mito come mezzo di sopravvivenza, tra la desolazione dei teatri vuoti e la volontà ostinata di rappresentare. In questo contesto, si colloca la critica di Testori alla commistione dei poteri – Stato, Chiesa e ribellione – e la riflessione sull’identità artistica e personale dell’attore.
La poetica testoriana, barocca e disperata, si esprime nella contaminazione tra tragedia greca, Shakespeare, melodramma e varietà. L’ossatura drammatica si intreccia con elementi di comicità grottesca, raffigurata con i toni scuri della pittura lombarda del Seicento. Il risultato è un’opera che sfugge alle classificazioni tradizionali e si impone come una sintesi originalissima di linguaggi, stili e suggestioni.
Prodotto dalla Compagnia Lombardi-Tiezzi con la collaborazione della Fondazione Teatri di Pistoia e dell’Associazione Giovanni Testori, Edipus si conferma come uno dei più alti esempi di teatro italiano del secondo Novecento. Il ritorno sulle scene rappresenta un’occasione per rivedere in azione un’opera capace di coniugare classicità e sperimentazione, memoria e attualità, tradizione e innovazione scenica.
Commenta per primo