
Consulenza informatica per chiarire la dinamica e le motivazioni
La Procura di Spoleto ha nominato un ingegnere informatico per analizzare i dispositivi elettronici sequestrati in seguito all’omicidio di Laura Papadia, avvenuto il 26 marzo scorso. L’incarico, affidato dal procuratore capo Claudio Cicchella e dal sostituto Alessandro Tana, mira a recuperare dati da un computer e tre cellulari, uno dei quali appartenente alla vittima e rinvenuto solo a inizio luglio. L’analisi informatica, scrive Ilaria Bosi su Il Messaggero, , che avrà una durata di 30 giorni, è finalizzata a ritrovare messaggi, video, audio e ricerche web che possano fare luce sulla tragedia e in particolare sulla dinamica del delitto. L’obiettivo principale è accertare se l’assassinio sia stato premeditato o se, come sostenuto dal reo confesso Nicola Gianluca Romita, sia avvenuto al culmine di una lite.
L’avvocato Luca Maori, difensore di Romita, ha espresso la piena collaborazione del suo assistito alle indagini, sottolineando che il 48enne ha tutto l’interesse a che venga fatta chiarezza sui contenuti dei dispositivi per dimostrare l’assenza di premeditazione. Romita, attualmente detenuto nel carcere di Maiano con l’accusa di omicidio volontario, si è detto profondamente provato e consapevole della gravità del suo gesto, tanto da aver messo a disposizione i propri beni per le parti offese. Nonostante l’ammissione di colpevolezza e la volontà di affrontare le proprie responsabilità, l’uomo continua a sostenere che l’atto non sia stato pianificato ma sia stato il risultato di un momento di improvvisa tensione.
Nel frattempo, è stata depositata l’autopsia, condotta dai medici legali Massimo Lancia ed Eleonora Mezzetti. L’esame ha confermato che la causa della morte è stato lo strozzamento, avvenuto, secondo le dichiarazioni di Romita, con l’uso di una mantella. Le indagini stanno mettendo in evidenza un quadro di tensioni familiari preesistenti. Nello specifico, si parla di disaccordi riguardanti il desiderio della vittima di avere un figlio, a cui il marito si opponeva, e di un comportamento possessivo e controllante dell’uomo, come testimoniato da persone vicine a Laura Papadia. Questi elementi, uniti ai risultati delle varie consulenze tecniche già effettuate, confluiranno probabilmente nella richiesta di giudizio immediato per Romita. L’esito della consulenza informatica sarà quindi decisivo per definire il quadro probatorio complessivo e per fare luce sulle dinamiche che hanno portato alla tragica morte della 36enne vicedirettrice di supermercato. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Filippo Teglia, resta in attesa di giustizia per la perdita subita. La ricerca di nuove evidenze digitali, come sottolineato dagli inquirenti, è essenziale per ricostruire le ultime ore di vita di Laura Papadia e comprendere appieno le ragioni che hanno portato alla sua morte.
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