Vìola l’affidamento ai servizi sociali, arrestato a Spoleto

Vìola l’affidamento ai servizi sociali, arrestato a Spoleto

Misura sospesa per condotta violenta, 32enne finisce in cella

Vìola l’affidamento – Un uomo di 32 anni è stato arrestato dagli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Spoleto in esecuzione di un provvedimento emesso dal Magistrato di Sorveglianza. Il detenuto era sottoposto alla misura alternativa dell’affidamento in prova al Servizio Sociale, da scontare in una struttura terapeutica situata nel territorio spoletino. Tuttavia, a causa di ripetute violazioni delle prescrizioni imposte dall’Autorità Giudiziaria, l’uomo è stato destinatario di un ordine di carcerazione immediata.

Il soggetto, nato nel 1993, aveva ricevuto una condanna definitiva per una serie di gravi reati, tra cui estorsione, maltrattamenti in ambito familiare e detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Alla luce della sentenza, era stato concesso un percorso di reinserimento attraverso l’affidamento a una comunità terapeutica, secondo quanto previsto dalle misure alternative alla detenzione.

Vìola l’affidamento

Durante il periodo di permanenza nella comunità, però, l’uomo ha dato prova di un comportamento incompatibile con la prosecuzione del programma. Secondo quanto riportato dagli accertamenti, il trentaduenne ha messo in atto atteggiamenti violenti e ha più volte disatteso le regole e i vincoli previsti dalla struttura che lo ospitava. Le sue azioni sono state ritenute in contrasto con le finalità rieducative della misura in corso e hanno fatto emergere l’inadeguatezza dello strumento dell’affidamento al suo caso specifico.

A seguito delle continue violazioni, il Magistrato di Sorveglianza presso l’Ufficio di Spoleto ha deliberato la sospensione della misura alternativa. Contestualmente, è stato emesso un ordine per la reclusione immediata del soggetto presso l’istituto penitenziario competente. L’intervento delle forze dell’ordine si è svolto in tempi rapidi, dando esecuzione al decreto senza incidenti.

Il personale del Commissariato ha proceduto alla notifica dell’atto al diretto interessato, per poi eseguire l’arresto. L’uomo è stato trasferito in carcere, dove dovrà ora scontare la pena residua secondo quanto stabilito dalla sentenza definitiva.

L’affidamento in prova al Servizio Sociale è una delle misure alternative previste dall’ordinamento penitenziario italiano e consente, in presenza di specifici requisiti, di scontare la pena al di fuori del carcere attraverso un programma personalizzato di reinserimento. Tuttavia, il beneficio è subordinato al rispetto rigoroso delle condizioni imposte dal giudice. In caso di infrazioni, come accaduto nel presente episodio, la misura può essere revocata, con il conseguente ripristino della pena detentiva in carcere.

La vicenda evidenzia l’importanza della verifica costante dell’effettiva compatibilità tra il comportamento del condannato e gli obiettivi del percorso alternativo. In questa circostanza, la reiterazione di atteggiamenti non conformi ha portato a una rapida sospensione della misura in corso e al conseguente arresto del soggetto, a tutela dell’ordine e della sicurezza della comunità ospitante.

L’uomo, durante la permanenza nella struttura terapeutica, avrebbe messo in discussione non solo le regole interne del centro, ma anche le condizioni giuridiche poste a base del provvedimento giudiziario di affidamento. La sua condotta ha determinato un’incompatibilità insanabile con il programma di recupero, che ha spinto il Magistrato a riconsiderare la misura.

La revoca dell’affidamento non è un atto automatico, ma scaturisce da una valutazione fondata su elementi concreti. Le autorità giudiziarie hanno agito sulla base di segnalazioni e relazioni prodotte dalla struttura di accoglienza, che hanno documentato puntualmente le inadempienze. Sulla base di questi riscontri, è stata accertata l’impossibilità di proseguire con il regime alternativo alla detenzione.

L’esecuzione del provvedimento da parte degli agenti del Commissariato di Spoleto si è svolta in modo tempestivo. L’uomo è stato rintracciato, informato della revoca del beneficio, e condotto in carcere senza resistenza. L’operazione si è conclusa con l’inserimento del soggetto nel circuito penitenziario, dove sconterà la parte restante della pena secondo quanto stabilito dall’ordinamento.

La misura dell’affidamento in prova rappresenta uno strumento che mira alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato, ma richiede una partecipazione attiva e responsabile del beneficiario. In caso contrario, come nel caso in oggetto, l’inosservanza delle prescrizioni determina l’interruzione del percorso e il ritorno alla detenzione ordinaria.

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