Chiesa di S. Sabino, celebrata la Festa della Conversione di S. Francesco

Chiesa di S. Sabino, celebrata la Festa della Conversione di S. Francesco

Inaugurato un monumento che ricorda il sogno
di Francesco e la sua adesione al Signore

Nel pomeriggio di domenica 7 luglio 2025 nella chiesa di S. Sabino a Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ha presieduto la Messa nella Festa della Conversione di S. Francesco. Nelle Fonti Francescane, infatti, al n. 1401 è scritto come la storia religiosa di Francesco sia iniziata con “Il sogno di Spoleto”:

Messosi dunque in cammino, giunse fino a Spoleto e qui cominciò a non sentirsi bene. Tuttavia, preoccupato del suo viaggio, mentre riposava, nel dormiveglia intese una voce interrogarlo dove fosse diretto. Francesco gli espone il suo ambizioso progetto. E quello: “Chi può esserti più utile: il padrone o il servo?”. Risposta: “Il padrone”. Quella ripresa: “Perché dunque abbandonando il padrone per seguire il servo, e il principe per il suddito?”. Allora Francesco interrogò: “Signore, che vuoi ch’io faccia?”. Concluse la voce: “Ritorna nella tua città e là ti sarà detto cosa devi fare; poiché la visione che ti è apparsa devi interpretarla in tutt’altro senso”. Destatosi, egli si mise a riflettere attentamente su questa rivelazione. Mentre il sogno precedente, tutto proteso com’egli era verso il successo, lo aveva mandato quasi fuori di sé per la felicità, questa nuova visione lo obbligò a raccogliersi dentro di sé. Attonito, pensava e ripensava così intensamente al messaggio ricevuto, che quella notte non riuscì più a chiudere l’occhio. Spuntato il mattino, in gran fretta dirottò il cavallo verso Assisi, lieto ed esultante. E aspettava che Dio, del quale aveva udito la voce, gli rivelasse la sua volontà, mostrandogli la via della salvezza. Ormai il suo cuore era cambiato. Non gl’importava più della spedizione in Puglia: solo bramava di conformarsi al volere divino.

Alla celebrazione, animata dal corale della Pievania di S. Giovanni Paolo II, hanno partecipato molti fedeli e con Mons. Boccardo hanno concelebrato presbiteri diocesani e religiosi, tra cui: padre Francesco Piloni, ministro provinciale dei Frati Minori della Provincia serafica di S. Francesco d’Assisi di Umbria e Sardegna e don Claudio Vergini, pievano di S. Giovanni Paolo II. C’erano anche i membri della Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare d’Italia di Spoleto. Nel salutare i presenti all’inizio della Messa l’Arcivescovo ha detto: «Siamo nel luogo dove S. Francesco inizia a seguire il Signore senza tentennamenti. Qui, prima ancora della spogliazione avvenuta ad Assisi, c’è stato il sogno decisivo che lo ha portato a servire Cristo».

Nell’omelia, poi, il Presule si è soffermato sul Vangelo del giorno (Lc 10,1-12.17-20), quello della molta messe e dei pochi operai. «Gesù si rende conto – ha detto l’Arcivescovo – che gli operai sono pochi. Ma di questo Vangelo non sono i numeri importanti, ma quanto il Signore dice a noi: stiamo lavorando affinché questa messa abbondante possa essere raccolta? Siamo tutti inviati a farlo e non possiamo delegare ad altri ciò che possiamo fare noi. Gesù, infatti, ci indica l’impegno di raccontare il suo Vangelo».
Il brano prosegue dicendo che Gesù manda i discepoli a due a due: «Nessuno di noi riesce a fare da solo. Due è l’inizio della comunità chiamata a condividere con altri l’avventura cristiana. Vanno per dire che il regno di Dio è vicino. Sono inviati non per indottrinare, ma per donare la pace del cuore in qualunque casa, anche là dove abitino persone imperfette». Gesù, poi, li manda senza bastone, senza bisacce, senza sandali: «Le protezioni quando si deve donare se stessi non servono. Ciò che conta è essere delle persone credibili, consapevoli che l’amore donato può essere anche rifiutato ma non andrà perso». Infine, Gesù gli dice di guarire i malati, di alleviare il dolore di chi gli sta accanto, di farsi compagni di viaggio delle persone. E S. Francesco d’Assisi ha fatto tutto ciò nella sia vita. «Proprio qui a S. Sabino – ha detto mons. Boccardo – ha iniziato il cammino all’inverso, qui ha capito che doveva tornare a casa e servire Gesù. Tutti noi sentiamo che questa Parola ci interpella. Gesù dice: ho bisogno di te, là dove sei, per portare avanti il mio desiderio di vita bella e buona per ciascuna delle mie creature. S. Francesco, in questo, ci è esempio di vita cristiana piena e coerente».

Chiesa di S. Sabino, celebrata la Festa della Conversione di S. Francesco

Al termine della Messa c’è stata l’inaugurazione, dinanzi alla chiesa, di un monumento che ricorda proprio il sogno di Spoleto e la conversione di San Francesco , opera delle artiste Daniela Longo e Carmela Colaneri, realizzato con i fondi di una misura PNRR della Regione dell’Umbria e posato in loco dalla ditta Alberetti Luciano edilizia srl. Progettisti: arch. Riccardo Rosati, arch. Massimiliano Fabiani e ing. Cesare Antonini.

Nell’opera si raffigura Francesco che arriva a Spoleto, con il Duomo sullo sfondo, come guerriero; Francesco che sogna e qualcuno, il Signore, che gli parla e gli dice: “torna ad Assisi e ti sarà detto cosa devi fare”; Francesco che inizia il percorso della conversione raffigurato dal gesto della consegna del suo mantello ad un nobile caduto in povertà; Francesco che torna ad Assisi. Nell’opera ci sono anche il lupo ammansito e la colomba sull’ulivo, a sottolineare come S. Francesco sia uomo di pace.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*