
La Budapest Festival Orchestra e Iván Fischer in Piazza Duomo per il concerto finale del Festival dei Due Mondi
Domani alle ore 19:30 in Piazza Duomo la sessantottesima edizione del Festival dei Due Mondi si conclude con il tradizionale concerto finale. La Budapest Festival Orchestra torna per il quinto anno consecutivo a Spoleto accompagnata dal suo fondatore e direttore Iván Fischer: il “canto della terra” che ha abbracciato tutta la programmazione sfocia nella Quinta Sinfonia di Gustav Mahler.
In questi anni abbiamo imparato a riconoscere la versatilità e la qualità esecutiva della Budapest Festival Orchestra con il suo direttore Iván Fisher in un ampio repertorio di generi – sinfonico-operistico, cameristico e folkorico – e di stili, dal barocco alla musica contemporanea.
Le loro performance hanno sempre superato lo standard esecutivo che fanno a ben ragione ritenere l’orchestra tra le più prestigiose al mondo. Se c’è un autore a cui questa compagine è legata come interprete di riferimento questi è sicuramente Gustav Mahler, di cui ha registrato per Channel Classics tutte le sinfonie con un’ipnotica cura del dettaglio che rivela bellezze inattese, merito degli abilissimi musicisti della BFO e della visionarietà del loro direttore musicale.
In questa occasione la Budapest Festival Orchestra torna a Spoleto “nella formazione più numerosa possibile”, per eseguire la Quinta Sinfonia. Mahler la scrisse nel momento più felice della sua vita, mentre viveva a pieno il suo amore per Alma. Come per le altre sinfonie anch’essa doveva contenere tutto l’universo.
E l’universo della Quinta si fa ancora più ampio: l’organico strumentale è imponente, l’orizzonte si allarga, il viaggio si fa più lungo (oltre un’ora). Come un messaggio d’amore per sua moglie Alma è il dolcissimo quarto movimento, il celebre Adagietto, probabilmente il brano di Mahler più conosciuto ed eseguito di sempre.
Per tutto il Novecento e fino ad oggi è apparso nelle più diverse occasioni: nel finale di Morte a Venezia di Luchino Visconti nel 1971, diretto da Leonard Bernstein per i funerali di Robert Kennedy nel 1968, più recentemente è stato sul “leggio” di Cate Blanchett per il film candidato agli Oscar nel 2023 Tár.
La Quinta fa parte di quei capolavori che ogni musicista affronta con passione religiosa, come se dovesse fare attenzione a non mandare in pezzi qualcosa di estremamente prezioso.
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