
Nel 1976 al debutto con La Gatta Cenerentola al Festival
Il Festival dei Due Mondi rende omaggio a Roberto De Simone, scomparso ieri all’età di 91 anni. Figura centrale nella scena culturale italiana, De Simone è stato autore, musicista ed etnomusicologo. Al Festival di Spoleto, il 7 luglio 1976, presentò per la prima volta La Gatta Cenerentola, opera teatrale ispirata a un racconto del Seicento tratto dal Cunto de li cunti di Giambattista Basile. L’opera segnò un momento di svolta nella sua carriera, portandolo all’attenzione della scena internazionale.
La rappresentazione del 1976 al Festival dei Due Mondi si distinse per la messa in scena curata nei dettagli, frutto di approfondite ricerche etnomusicologiche condotte da De Simone sulle culture popolari dell’Italia meridionale, con particolare attenzione all’area campana. Il lavoro integrava musica, narrazione e canti tradizionali in una formula teatrale che univa ricerca e sperimentazione scenica.
Accanto a De Simone, la produzione coinvolse la Nuova Compagnia di Canto Popolare, fondata dallo stesso autore. Sul palco, interpretarono i ruoli principali artisti come Isa Danieli, Peppe Barra, Concetta Barra, Antonella Morea e Fausta Vetere. La scelta degli interpreti si legava direttamente all’identità culturale dell’opera, radicata nella tradizione orale e scritta del Sud Italia.
La prima de La Gatta Cenerentola rappresentò un punto di riferimento per il teatro musicale italiano, influenzando le successive produzioni che hanno trattato temi legati alla tradizione popolare. L’opera contribuì al rilancio di un repertorio che rischiava l’oblio, restituendogli una dimensione scenica rinnovata ma fedele alla matrice originaria.
Il Festival dei Due Mondi, che negli anni ha accolto numerose sperimentazioni artistiche, continua oggi a ricordare le figure centrali che ne hanno segnato la storia. De Simone, con il suo contributo, ha lasciato un segno riconoscibile nel programma culturale della manifestazione, portando in primo piano la cultura popolare come materia viva da valorizzare nel presente.
Con l’omaggio a De Simone, il Festival sottolinea il legame profondo tra ricerca accademica e creazione scenica, ribadendo il ruolo del teatro come strumento di trasmissione e conservazione della memoria collettiva. Le opere di De Simone restano archivio e testimonianza di un metodo di lavoro che ha unito studio scientifico, pratica musicale e scrittura drammaturgica.
L’eredità di De Simone è ancora oggi oggetto di studio e riferimento per chi opera nei settori della musica tradizionale e del teatro di ricerca. La sua attività ha coperto un ampio arco temporale, dalle prime esperienze musicali negli anni Sessanta fino ai lavori più recenti, mantenendo costante l’attenzione verso la salvaguardia delle forme espressive popolari.
Nel contesto del Festival, la figura di De Simone viene ricordata non solo come autore ma anche come testimone di una stagione in cui il teatro italiano cercava nuove direzioni, riscoprendo le proprie radici storiche e linguistiche. Il suo lavoro ha avuto risonanza anche all’estero, contribuendo alla diffusione internazionale della cultura meridionale italiana.
Il Festival dei Due Mondi, giunto a una nuova edizione, inserisce il ricordo di De Simone in un programma che intende valorizzare le contaminazioni tra generi e la continuità tra passato e presente. L’omaggio previsto nei prossimi giorni sarà dedicato al suo percorso artistico e al contributo reso all’evoluzione del teatro musicale contemporaneo.
La manifestazione, fondata nel 1958 da Gian Carlo Menotti, ha nel tempo ospitato numerosi protagonisti della scena culturale internazionale, consolidando il proprio ruolo nel panorama dei festival europei. Il debutto di De Simone nel 1976 si inserisce tra gli eventi che hanno segnato il profilo del Festival come luogo di sperimentazione e di dialogo tra culture.
Alla notizia della scomparsa, numerosi esponenti del mondo musicale e teatrale hanno espresso cordoglio, sottolineando l’importanza dell’eredità culturale lasciata da De Simone. Tra i messaggi ricevuti, anche quelli di istituzioni accademiche e centri di ricerca che da anni studiano l’impatto del suo lavoro.
La sua figura resta emblematica di un approccio che ha saputo tenere insieme la dimensione artistica e quella scientifica, valorizzando le pratiche espressive popolari come patrimonio da tutelare e reinterpretare. In questa prospettiva, l’omaggio del Festival di Spoleto assume anche il valore di un riconoscimento istituzionale al lungo percorso di studio e creazione condotto da De Simone.
Ulteriori appuntamenti dedicati alla sua memoria verranno annunciati nei prossimi giorni dal comitato organizzativo del Festival. Tra le ipotesi in esame, la riproposta di La Gatta Cenerentola con una nuova messa in scena o una tavola rotonda con studiosi e artisti che hanno collaborato con lui.
Il contributo di Roberto De Simone resta documentato in pubblicazioni, registrazioni e testimonianze artistiche che continuano a essere fonte di ricerca e ispirazione. La sua scomparsa segna la fine di una lunga stagione, ma il suo lavoro prosegue nelle pratiche di quanti ne hanno condiviso l’impostazione e gli obiettivi culturali.
Con questo omaggio, il Festival dei Due Mondi conferma la propria vocazione alla memoria attiva e al dialogo tra epoche, mantenendo vivo il confronto con le figure che hanno trasformato la scena culturale italiana e internazionale nel secondo Novecento.
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