SpoletoSpedaleide, capitolo dodici, Domenico Benedetti Valentini al vetriolo

Dalla primavera elettorale 2022 alla “resa dei conti” di un autunno extraordinario
domenico benedetti valentini

SpoletoSpedaleide, capitolo dodici, Domenico Benedetti Valentini al vetriolo

Il 26 luglio a Spoleto, i più hanno commentato: “La visita della Presidente della Regione Tesei all’Ospedale lascia il tempo che trova”. E’ più appropriato dire: “Trova quel che ha lasciato”. Cioè, dopo le infauste ordinanze di covidizzazione dell’Ospedale DEA, reparti inibiti, attività precluse, personale disorientato e destinato altrove, perfino parti murarie alterate, utenza deviata. Patetica la velina del “braccio secolare” della Regione, cioè della ASL 2. Per chi sa leggere il detto e non detto, è praticamente una confessione sul (male) fatto e sull’(evanescente) a farsi. Si può capire il comunicato fatto diramare dalla locale sezione del partito di appartenenza: è la difesa d’ufficio d’una causa indifendibile.
Inutile qui perdersi nei particolari. Non chiamiamo chirurgia i piccoli trattamenti, perfino non abbisognevoli di anestesisti. Non enfatizziamo un Pronto Soccorso, dal quale i casi maggiori vengono rimbalzati a Foligno. Non parliamo di Ginecologia e Ostetricia-Punto Nascita, per il quale si rimetterebbe in moto adesso un concorso per pediatri, come se prima un reparto rientrante in tutti i parametri lo avessero reso funzionante e attrattivo degli strappini! Cardiologia? Le attività di reparto restano “sospese”. Qualcuno si è domandato se, una volta abbattuta la qualifica di centro covid, una situazione come quella attuale comporti determinate responsabilità?
“Il San Matteo resta strategico”. Giusto, ma le parole aggettivanti costano poco. Valgono molto di più le “parole date”. E se a qualcuno interessasse lontanamente, non l’imminenza elettorale (i regionali pensano al 2024, i parlamentari al 2023; delle comunali spoletine di quest’autunno gliene importa tanto quanto, un Comune gli vale un altro da offrire ai segretari nazionali), ma l’importanza – civile, morale, politica – di riconciliarsi col territorio, gli torneremmo a suggerire: “In dieci giorni, attivate nel San Matteo tutti i reparti e servizi propri col relativo organico di un DEA. E’ tecnicamente possibile. E’ solo questione di volontà politica”.
E mettiamo giù le carte sul conclamato “terzo polo ospedaliero Foligno-Spoleto”. Se l’idea è una dependence spoletina per non acuti, meglio non parlarne. Spoleto e Valnerina verrebbero risospinte verso il contenzioso a tutela delle aspettative di Emergenza-Urgenza consolidate. Ma poco spazio e prospettiva nel tempo avrebbe anche di per sé il nosocomio folignate, oggi indispensabile. Non sarebbe un Polo ma un…..Polino (con tutto il rispetto per il bellissimo paese montano della Valnerina)!

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