Dopo le discussioni animate di fine anno, si rinnovano gli strali da parte di alcuni contro l’istituzione dell’imposta di soggiorno a Spoleto. L’abbiamo detto in precedenza e per chiarezza lo ripetiamo: è legittimo e corretto da parte dell’amministrazione comunale istituire l’imposta purché nel rispetto degli obblighi legislativi, e cioè: A) sentire le associazioni maggiormente rappresentative, senza per questo precostituire alcun tipo di concertazione con le categorie, ma come partecipazione al procedimento amministrativo; B) a norma del comma 1, articolo 4, il gettito dell’imposta sia destinato a finanziare interventi in materia di turismo, ivi compresi quelli a sostegno delle strutture ricettive, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero dei beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali.
Se qualcuno pensa che il metodo del confronto debba necessariamente concludersi con un accordo, soprattutto quando una categoria guarda esclusivamente agli interessi della propria parte perdendo di vista l’interesse generale della città, questo qualcuno sbaglia.
E non è certo scandaloso pensare che la categoria si faccia carico dell’euro d’imposta: c’è già il precedente di Cattolica dove le categorie del turismo si sono autotassate per l’importo di 450 mila euro. E’ infine sconcertante sottolineare che si è tornati a parlare di Spoleto grazie alle riprese della fiction Don Matteo e poi contestare la finalizzazione dei 220 mila euro previsti per iniziative ed eventi di promozione turistica. Se i turisti non verranno a Spoleto, non sarà per un euro di imposta ma perché non vi saranno iniziative di richiamo, di ampio respiro. Più importante sono invece le iniziative per modificare la posizione del nuovo soprintendente rispetto ai dehors di cui richiede l’istantanea rimozione; a nostro avviso non serve coinvolgere il Ministro ma basta capacità di analisi e intelligenza.
Commenta per primo