Spoleto, detenuto dà a fuoco alla sua cella, tre agenti intossicati

Carcere Spoleto, inaugurato il reparto di osservazione psichiatrica

“Un detenuto italiano di 24 anni, con evidenti problemi psichici, ha appiccato un incendio nella cella dov’era detenuto, dando fuoco a tutto quello che vi era all’interno”, spiega Donato Capece, segretario generale Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, il primo e più rappresentativo della Categoria. “Sono stati momenti di grande tensione e pericolo, gestiti però con grande coraggio e professionalità dai poliziotti penitenziari. Prima hanno salvato la vita al detenuto che aveva dato fuoco alla cella, poi con l’ausilio di 2 estintori e dell’idrante hanno domato le fiamme in circa 15 minuti, e poi hanno provveduto a far uscire i detenuti dalle altre celle del Reparto detentivo che erano invase dal fumo. I ristretti, 30 persone, sono state portate nel cortile dei passeggi dove hanno atteso un’ora prima che la situazione tornasse alla normalità. Tre poliziotti penitenziari, feriti e intossicati dall’incendio e dal fumo spigionato, hanno dovuto far ricorso alle cure sanitarie presso il locale nosocomio di Spoleto. Poteva essere una tragedia, sventata dal tempestivo intervento dei poliziotti penitenziari di servizio nel Reparto e dal successivo impiego degli altri poliziotti penitenziari in servizio nel carcere. Sono stati bravi i poliziotti penitenziari in servizio nel carcere umbro a intervenire tempestivamente, con professionalità, capacità e competenza”.

“Spoleto non è un carcere semplice, operativamente parlando: stiamo parlando di una realtà con una presenza media di 500 detenuti – erano 495 il 31 marzo scorso”, aggiunge il Segretario regionale umbro del SAPPE Fabrizio Bonino. “Basta leggere gli eventi critici accaduti nel penitenziario nei dodici mesi del 2014: 4 tentati suicidi di detenuti sventati per fortuna in tempo dalla Polizia Penitenziaria, 44 episodi di autolesionismo, 23 colluttazioni e 2 ferimenti. Ed è grave che ad aver posto in essere il gravissimo fatto di Spoleto sia lo stesso detenuto che a Terni aveva aggredito un Ispettore di Polizia Penitenziaria. E’ inaccettabile tutto questo”.

Capece evidenzia infine come l’incendio sventato a Spoleto è “sintomatico del fatto che le tensioni e le criticità nel sistema dell’esecuzione della pena in Italia sono costanti. E la situazione è diventata allarmante per la Polizia Penitenziaria, che paga pesantemente in termini di stress e operatività questi gravi e continui episodi critici”.

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