Sport testimone di carità, bene prima edizione della manifestazione promossa dalla Caritas
Coinvolti diversi bambini, adolescenti e giovani con le rispettive famiglie
Domenica 29 agosto 2021 presso lo stadio comune di atletica leggera di Spoleto si è tenuta la prima edizione di “Sport testimone di carità”, evento promosso dalla Caritas diocesana di Spoleto-Norcia in collaborazione con la pastorale familiare, quella giovanile e quella liturgico-sacramentale.
Ad una lettura superficiale del titolo sembra che sport e carità non abbiano nulla in comune. «Per organizzare questa giornata – afferma don Edoardo Rossi, direttore della Caritas – abbiamo preso spunto dalla prima lettera di S. Paolo a Timoteo dove uno dei suoi consigli più sentiti e rivolti alla fede fa riferimento allo sport. Leggiamo: “Combatti il buon combattimento della fede, afferra la vita eterna alla quale sei stato chiamato e in vista della quale, hai fatto quella bella confessione di fede in presenza, di molti testimoni”.
Lo svolgimento della giornata. Hanno aderito diversi bambini, adolescenti e giovani provenienti dalle Pievanie della Diocesi. Tutto si è svolto nel rispetto delle norme anti Covid-19. Divisi in sette squadre, a turno, si sono cimentanti con il calcio, la pallavolo, la boxe, la staffetta, il salto in lungo, la gincana, il vortex. I genitori nel frattempo, insieme ai referenti della pastorale familiare diocesana, si sono confrontanti sulla figura di S. Giuseppe e dunque sul ruolo del padre nella famiglia. Dopo il pranzo al sacco, ci sono state le premiazioni dei vincitori per disciplina.
La giornata si è conclusa con la Messa celebrata dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo nella parrocchia del Sacro Cuore a Spoleto. Nell’omelia il Presule, dopo aver ringraziato quanti si sono impegnati per la riuscita di questa manifestazione, ha sottolineato che «sport e carità apparentemente hanno poche cose insieme. Ma carità – ha chiarito – significa essere qualcuno per gli altri. Lo sport insegna ad avere una disciplina, ad essere fedeli ad un progetto, trasmette la ricchezza di fare squadra e stare insieme prendendosi cura gli uni per gli altri. L’importante non è essere primi, ma essere in campo tutti insieme. Dalle regole dello sport impariamo che è necessario ad avere delle regole per la nostra vita. Carità allora – ha concluso l’Arcivescovo – non è solo l’aiuto materiale a chi è in difficoltà, ma è anche trasmissione di valori come l’accoglienza reciproca e il bene di tutti».
Commenta per primo