Villa Umbra, seminario su trasparenza dell’azione amministrativa

La docente della giornata sarà Anna Corrado, Consigliere TAR

Villa Umbra, seminario su trasparenza dell’azione amministrativa

Villa Umbra, seminario su trasparenza dell’azione amministrativa

La trasparenza dell’azione amministrativa alla luce della riforma Madia” è il titolo del seminario di approfondimenti organizzato, per giovedì 19 alle ore 9, dalla Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica. La docente della giornata sarà Anna Corrado, Consigliere TAR.

Il seminario si svolge a ridosso dell’approvazione in via definita, avvenuta ieri, da parte del Consiglio dei Ministri del primo decreto di attuazione della riforma Madia, noto come decreto “trasparenza” che introduce il Foia (Freedom of information act), ossia il diritto di accesso agli atti e ai documenti della P.A. da parte dei cittadini. La riforma prevede un cambio di modello, al diritto di accesso tradizionale, che permette a cittadini e imprese di conoscere gli atti pubblici su cui hanno un «un interesse diretto, concreto e attuale», si affianca la nuova trasparenza, in cui il diritto a conoscere atti e informazioni diventa la regola e la mancata diffusione dei provvedimenti è l’eccezione motivata dalla tutela di interessi precisi, dal segreto di Stato alla privacy passando per le tutele commerciali.

Il  Foia, in particolare, dispone che le Pubbliche amministrazioni rilascino i documenti in forma gratuita, soprattutto quando l’invio è telematico, e possano chiedere ai richiedenti solo il rimborso del costo «effettivamente sostenuto e documentato» per la riproduzione del documento «su supporti materiali». Insieme alla barriera del costo, viene cancellata anche quella delsilenzio-rifiuto, la Pa dovrà rispondere sempre entro 30 giorni e, se vorrà negare le informazioni richieste, dovrà farlo con «provvedimento espresso e motivato». Contro l’eventuale «no» dell’ufficio pubblico, chi fa la richiesta potrà appellarsi al responsabile anti-corruzione o, negli enti locali, al difensore civico, evitando così la via più costosa del ricorso al Tar, che era l’unica prospettata dal decreto originale.

Per negare i dati e i documenti richiesti, quindi, la pubblica amministrazione dovrà dimostrare che la risposta pregiudicherebbe in modo «concreto» (altra precisazione del nuovo testo) gli interessi da tutelare, divisi in due gruppi: gli interessi dello Stato, dalla sicurezza nazionale alle questioni militari, dallo svolgimento delle indagini alla «stabilità finanziaria ed economica», e quelli dei privati, cioè i dati personali, la segretezza della corrispondenza e gli interessi economici e commerciali.

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