Lo scorso 13 gennaio, a Spoleto, è stato varato dal Comune, dall’Arcidiocesi, dal Lions Club e dal Direttore Generale dell’ASL2 Umbria il progetto denominato “Spoleto città della solidarietà”, pensato per erogare visite gratuite ai cittadini con il certificato ISEE inferiore ai 4500 euro. Le visite saranno effettuate da medici volontari, che le espleteranno nei loro studi privati e in un centro medico privato. Ci chiediamo come mai il sindaco di Spoleto e il Direttore Generale dell’ASL2 abbiano abdicato alla loro funzione promuovendo un protocollo d’intesa per una iniziativa che va contro i dettami costituzionali e contro il nostro Servizio Sanitario Nazionale.
Infatti il nostro SSN, che è universalistico e solidale, prevede che le persone con un reddito inferiore ai 4500 €, nel nostro paese, abbiano diritto alla sanità senza pagare ticket.
Nel testo del protocollo di Spoleto, per giustificare questa operazione caritatevole, si fa riferimento ai tempi lunghi di attesa per la fornitura delle prestazioni ambulatoriali e ospedaliere. Con questa affermazione, il Direttore Generale dell’ASL2 ed il sindaco denunciano il loro fallimento come gestori e controllori del servizio sanitario.
Troviamo inaccettabile che nella nostra Regione si realizzino operazioni di questo tipo: il Direttore Generale dell’azienda ASL2 Fratini ha reputato questa iniziativa “molto innovativa”; a noi pare che ci riporti a prima del 1888, anno della legge per la tutela della Igiene e Sanità Pubblica, quando l’assistenza sanitaria era appunto di tipo caritatevole. Ricordiamo che l’articolo 32 della Costituzione recita: “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.”
Ricordiamo anche che nel 1978 nel nostro paese è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale, che tutela la salute di tutti i cittadini. Pensavamo che il diritto alla salute fosse acquisito e riconosciuto senza distinzioni di sesso, religione, provenienza e soprattutto ceto sociale. Siamo sconfortati nell’apprendere tali decisioni e chiediamo le dimissioni di questi amministratori perché hanno agito al di fuori delle regole del nostro paese.
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