Spoleto, “L’unica strada è votare la sfiducia al sindaco”
di Chiara Fabrizi
“L’unica via possibile per il Partito democratico è discutere e votare la sfiducia al sindaco il prossimo 11 marzo”. E’ il game over del secondo tentativo di ribaltone certificato dall’assemblea del Pd a cui, venerdì sera e online, i quattro consiglieri (Erbaioli, Laureti, Lisci e Trippetti) hanno riferito l’esito dell’incontro di giovedì scorso con il primo cittadino Umberto De Augustinis, segnato dal rifiuto dello stesso di mettere sul tavolo le dimissioni malgrado non abbia più una maggioranza.
Anche se al prossimo consiglio comunale mancano ancora più di dieci giorni, ossia un lasso temporale che in politica permette il testacoda di qualsiasi scenario, appare improbabile che dal centrosinistra si possa avviare la revisione di quanto deciso nelle ultime ore. Il faccia a faccia col Pd organizzato dallo stesso sindaco, che nell’incontro non è stato affiancato da nessuno degli esponenti rimasti al suo fianco, aveva l’ambizione di ritrovare una maggioranza guardando obbligatoriamente verso il centrosinistra, dopo aver perso l’appoggio di Fratelli d’Italia e Lega, ma in realtà ha avuto solo il merito di marcare ulteriormente la distanza tra le parti. Un epilogo su cui è arrivato anche il timbro dell’assemblea, una trentina quelli che si sono collegati venerdì sera, che all’unanimità ha deciso che occorre andare in aula e votare la sfiducia.
A sventolare con forza bandiera bianca, peraltro, sono stati soprattutto quegli esponenti che nelle ultime due settimane erano apparsi più possibilisti, vale a dire gli stessi consiglieri comunali del Pd, gelati dal sindaco durante l’incontro. In una nota diffusa ieri mattina dopo l’assemblea si dice che “da De Augustinis non è arrivata nessuna apertura per la città” perché “durante l’incontro il sindaco avrebbe dovuto prendere atto della situazione e percorrere l’unica via possibile: dimettersi e aprire una fase di consultazione con tutte le forze politiche, sociali, economiche e dell’associazionismo, così da costruire un governo di salvezza cittadina pro tempore con l’obiettivo di attuare precisi punti programmatici condivisi per portare la nostra città fuori da questa fase di emergenza”.
Ma così non è andata. Ora sarà da capire se in queste due settimane ci saranno aperture al Pd da parte del sindaco o se si registrerà un riavvicinamento con qualche esponente di centrodestra che ha aderito alla mozione di sfiducia firmata dalla maggioranza assoluta dei consiglieri, ossia 15. Il dietrofront appare improbabile per i tre di Fratelli d’Italia, mentre sarà da capire se resteranno fermi nella propria posizione i tre della Lega. Il sindaco per ora ha nove voti compresi il proprio e gliene servono altri quattro per ritrovare una maggioranza.
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