
da Rossano Rubicondi (Ufficio Vertenze, CGIL Todi- Marsciano
Con la riforma della geografia giudiziaria. avvenuta con legge delega dal Governo Berlusconi e attuata poi dal Governo Monti sono stati chiusi 200 uffici giudiziari in tutta Italia, accorpati diversi tribunali e spostate le competenze territoriali in una sorta di grande partita a scacchi.
In questo riordino le cause di lavoro e tutte le procedure concorsuali (Concordato Preventivi, Fallimenti ecc.) della Media Valle del Tevere sono state spostate da Perugia a Spoleto.
Se al riordino e all’accorpamento fossero seguite anche velocità e efficienza nell’espletamento delle procedure si sarebbe sopportato meglio il disagio per una sede “fuori mano” e “scomoda” come Spoleto.
Ma siamo in Italia, e come spesso avviene al danno si aggiunge la beffa di tempi che si allungano ulteriormente diventando biblici.
[divider] [divider]Come ufficio vertenze stiamo seguendo varie pratiche che sono finite al Tribunale di Spoleto, ma che a tutt’oggi non si riesce a sapere quando verranno espletate dal giudice competente.
La situazione sta diventando insostenibile per centinaia di lavoratori alcuni dei quali incominciano a trovarsi in seria difficoltà.
Lavoratrici e lavoratori licenziati, che hanno finito qualunque forma di sostegno al reddito che devono ancora percepire degli stipendi e il trattamento di fine rapporto (liquidazione); soldi che potrebbero ottenere dal Fondo di Garanzia dell’INPS una volta che il giudice abbia omologato il concordato preventivo o reso esecutivo lo stato passivo del fallimento della loro ex azienda.
Una boccata di ossigeno per quei lavoratori che non riescono, spesso per motivi anagrafici a ricollocarsi nel mondo del lavoro.
Il caso più emblematico è quello delle lavoratrici della F2M di Marsciano le quali devono avere ancora il Trattamento di Fine Rapporto, che per alcune di loro supera i 30000 €.
In questo caso specifico stiamo aspettando l’omologa del Concordato, ma dopo mesi di attesa non è stata fissata ancora una data.
La beffa più grande è data dal fatto che successivamente alla richiesta dell’azienda di aprire la procedura sono rientrati in cassa diversi migliaia di euro che a detta dell’Avvocato basterebbero per pagare tutti i crediti dei lavoratori.
Ci sono i soldi, ma sono bloccati in attesa dell’omologa da parte del giudice del concordato stesso.
E’ una situazione non più tollerabile e non escludiamo la possibilità di mettere in campo forme di protesta dure ed eclatanti perché venga risolto al più presto questo vero e proprio blocco della Giustizia.
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