
Spoleto e mobilità alternativa risorsa strategica per il futuro
“Oggi, mentre mi spostavo con la mobilità alternativa, ho visto una sposa che si faceva fotografare dentro il tunnel: ecco, se un luogo diventa scenario d’amore per le foto di un matrimonio, è bellissimo”: con questo piccolo ma significativo caso personale Giorgio Mulè, direttore di Panorama, ha aperto oggi pomeriggio, nelle sale del Centro italiano di studi sull’alto medioevo, il convegno su “L’esempio di Spoleto, città senz’auto”, uno degli ultimi appuntamenti della densa e seguitissima tappa spoletina di “Panorama d’Italia”.
“Da quando è entrato a regime il nuovo sistema, risparmiamo 400 mila chilometri annui di trasporto su gomma”, ha detto il sindaco Fabrizio Cardarelli. E l’architetto Giuliano Macchia, progettista della “mobilità alternativa” e memoria storica del progetto, ha ricordato che il risparmio energetico calcolato all’inizio del progetto è di 670 tonnellate di combustibile, 630 tonnellate di petrolio equivalente e 32 di idrocarburi incombusti.
Questi calcoli erano stati fatti su una Spoleto storica più popolata e vanno ritarati, ma il loro impatto ambientale è comunque straordinario, e porterà al recupero di 30 mila metri quadrati di superficie al servizio di residente r turisti e all’eliminazione dall’uso quotidiano di 12 mila veicoli.
“Ora – ha proseguito il sindaco – Per poter rendere utilizzabile al meglio la struttura bisogna mettere in campo politiche che ne incentivino l’uso disincentivando il ricorso all’auto privata. Bisogna creare condizioni affinché gente venga su con la mobilità alternativa. Il progetto della cittadella della Giustizia va in questa direzione, il divieto di parcheggiare dentro la Rocca, a carico degli operatori che vi lavorano, anche, dopo che abbiamo anticipato l’orario di apertura della scala mobile di accesso. Dovremmo vincere la resistenza di alcuni gruppi di interesse e lo faremo, ma sono processi che vanno indotti, con fermezza ma anche gradualità e calma”.
Cardarelli, a riguardo, ha ricordato le resistenze che incontrò quando decise la pedonalizzazione di piazza del Mercato, dove oggi i ristoratori fanno i tripli turni per accontentare l’accresciuta presenza turistica. “Bisogna crederci e andare fino in fondo”, ha concluso il sindaco: “Bisogna essere graduali con residenti. Bisogna portarli a una condivisione. Lo stiamo facendo, andremo avanti”.
L’architetto Macchia ha ricostruito la genesi del progetto, a partire dall’iniziativa presa dal Cnr che diede nell’84 all’ingegnere Pendenza l’incarico di uno studio sulla mobilità alternativa nei centri storici di media dimensione, da cui nacque il progetto che venne poi ammesso a finanziamento, battendo la concorrenza ci città importanti come Savona o La Spezia.
Massimo Coccetta, responsabile della progettazione ambiente e territorio del Comune, ha sottolineato l’importanza determinante del sostegno del ministero dell’Ambiente nel finanziamento dell’opera, e il funzionario del ministero che ha da sempre seguito il progetto, Antonio Strambaci, ha ricordato che il senso dell’iniziativa è quella di dare a Spoleto un centro storico a misura d’uomo, in modo da dimostrare che esiste la possibilità di ottenere uno “sviluppo sostenibile” in un’area urbana complessa. Ed esistono anche i modi per disincentivare ulteriormente l’uso dell’auto, dal car-sharing a varie altre alternative.
E infine Macchia ha tratteggiato un futuro di grande implementazione del progetto:”Davanti a questa nostra opera, chi ha risposto meglio sono stati i giovani. E’ in preparazione, ad esempio, una guida telematica alla città, basata su queste nuove 19 porte d’accesso. Sta nascendo una collezione d’arte telematica e addirittura sono in arrivo tre composizioni di musica elettronica, dedicate ai tre percorsi. O ancora un documentario di Cristina Spina ambientato dentro la mobilità alternativa”.
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