SPOLETO – In Umbria sono circa 10mila gli edifici danneggiati dall’ultimo terremoto e, a oggi, sono 300 le domande di contributi presentate per la ricostruzione cosiddetta leggera, cioè di edifici abitativi e produttivi con danni lievi, di cui 100 sono state già autorizzate, altre 25 sono in istruttoria e, quindi, potenzialmente autorizzabili, 50 sospese per irregolarità di tipo amministrativo, 100 in attesa di integrazione da parte dei professionisti e 25 quelle pervenute più recentemente e, perciò, in attesa di valutazione. Sul fronte della ricostruzione pesante, cioè relativa a edifici gravemente danneggiati o distrutti, sono appena 15 le domande avanzate sul versante abitativo, di cui una autorizzata, e 17 su quello produttivo, di cui, anche qui, una autorizzata. Sono questi i dati più aggiornati resi noti al Teatro nuovo di Spoleto, venerdì 2 febbraio, in occasione di un incontro organizzato dalla Rete delle professioni tecniche (Rpt) dell’Umbria per fare il punto sulla ricostruzione post sisma. Un confronto che ha interessato non solo i tecnici, ma anche mondo produttivo e istituzioni, che si è svolto in un clima collaborativo, ma durante il quale non sono mancate richieste di chiarimenti, e a cui ha preso parte anche la commissaria straordinaria alla ricostruzione Paola De Micheli. “Ci sono tutte le condizioni normative per partire – ha dichiarato De Micheli –. Sono consapevole che non tutti i nodi sono ancora stati sciolti, ma il fatto di poter lavorare avendo finanziato moltissimo la ricostruzione, pubblica e privata, l’aver scelto le priorità, l’avere un modello di comunità alle quali rivolgerci, l’aver individuato con chiarezza le responsabilità della filiera che ricostruisce rappresentano dei passi in avanti. Tutti giustamente vorrebbero avere le soluzioni in poche settimane, ma questo è un terremoto grande e complicato i cui problemi affondano le radici nell’ultimo trentennio”.
“Lo stato attuale – ha osservato il coordinatore della Rpt Umbria Roberto Baliani – risente delle scelte che sono state fatte all’inizio. La centralizzazione della gestione del terremoto ha causato qualche scompenso e non ha portato quella omogeneizzazione delle procedure nelle quattro regioni che avrebbe dovuto dare dei benefici. Però, grazie anche al nostro atteggiamento collaborativo e responsabile e all’appoggio dell’Ufficio speciale per la ricostruzione (Usr), gli ultimi provvedimenti normativi sembrano essere propizi a una velocizzazione della ricostruzione e a un miglioramento della sua qualità. C’è ancora molto da fare a cominciare dal cercare di ridurre il corpo normativo che è già gigantesco”. In particolare, rispetto alle novità normative, Baliani si riferisce al decreto legge 148 del 2017 (correttivo del decreto legge 189 del 2016) e all’ordinanza 46 dell’11 gennaio 2018 i cui dettagli sono stati illustrati da Filippo Battoni e Francesca Pazzaglia dell’Usr Umbria, ufficio diretto da Alfiero Moretti anch’egli intervenuto al convegno. “Ci sono state delle modifiche e introdotte una serie di norme – ha detto Moretti – che accelerano e snelliscono tutta una serie di procedure e che danno ulteriori certezze ai professionisti. Il dato fortemente positivo è l’aver raggiunto le 100 concessioni contributive sui danni lievi e l’aver cominciato a rilasciare anche quelle sui danni gravi”.
Per completare il quadro umbro, sono stati forniti anche i dati relativi alle somme già stanziate per le opere pubbliche e i beni culturali che sono pari a quasi 285 milioni di euro per 362 interventi complessivi che riguardano innanzitutto scuole (103 milioni di euro per 57 interventi), chiese (64 milioni di euro per 140 interventi) ed edilizia residenziale (25 milioni di euro per 34 interventi), oltre ad altre opere varie.
Nicola Torrini
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