Controcorrente Umbria risponde ai suoi lettori su Spoleto Oggi

Domenico Benedetti Valentini riceverà la Lex Spoletina 2023

Controcorrente Umbria risponde ai suoi lettori su Spoleto Oggi

Controcorrente Umbria – = a ALDO T. SULLA “TRE VALLI”. Concordo pienamente: il completamento della SS “Tre Valli”, per collegare Ascolano, Valnerina, Spoletino, Valle Tuderte, costituisce insieme alla soluzione del Nodo di Perugia la oggettiva priorità umbra e forse centroitaliana. Non ci sono politici e partiti che abbiano trovato interesse a “spingere” conclusivamente. Nelle ultime settimane in verità la Giunta Regionale sembra averne parlato con il ministro Salvini. Lo studio della Camera di Commercio la esclude dalle sue “otto priorità”? Nessuna sorpresa. Non è mai stata favorevole a quest’opera, il suo baricentro d’interesse regionale è altrove. Questo conferma che deve crescere soprattutto la pressione dei sindaci di tutto il fondamentale “asse Tre Valli”.
= a MARIA LUIGIA P. SUGLI OSPEDALI. Vede, signora, la medicina territoriale è importantissima, ma quando un territorio è privo di Ospedale vero e proprio, la salute della gente resta a rischio. No, non è campanilismo rivendicare che la gente dello Spoletino-Valnerina, dell’Orvietano o dell’Eugubino-Gualdese abbia diritto nel proprio DEA ad essere prontamente trattato per un infarto, per la traumatologia, per un parto normale e in sicurezza. Né lo è auspicare che, mantenute nei singoli ospedali, anche taluni non DEA, le terapie chirurgico-mediche di media intensità, nel Policlinico di Perugia queste non lo ingolfino, mentre si concentrino le “alte specialità” che ci diano la possibilità di affrontare le patologie di massimo rilievo, senza dover compiere i “viaggi della speranza” (chi lo può) nel Lombardo-Veneto o all’estero.
= a LUIGI G. SUL FEDERALISMO REGIONALE. Rispetto il tuo specifico dissenso, ma continuo a ritenere che l’esperienza regionale in Italia sia stata disastrosa. Nel proposito di cui sopra, la risposta sanitaria era, per chi ne ha memoria, proporzionalmente meno peggio quando non era governata dalle Regioni. Ma vale per quasi tutti i settori. Il regionalismo “differenziato” responsabilizza le popolazioni locali? E’ avvenuto il contrario, le finanze pubbliche sono cadute nel baratro, rischiamo la frantumazione giuridica del Paese, oltre tutto con ventuno Regioni diversissime per estensione, demografia, risorse economiche e strumentazione amministrativa (vedi quello che sta accadendo con gli innumerevoli progetti per il PNRR).
= a GIANCARLO G. SUI CINGHIALI. Concordo, tali selvatici sono un flagello, una devastazione ambientale e una penalizzazione economica per i malcapitati agricoltori non più sopportabile. Su questo punto i consiglieri della Lega fanno bene ad insistere. L’ Assessore regionale all’Agricoltura ha annunciato un piano per l’abbattimento di 44 mila cinghiali l’anno. Non basteranno, ma sarebbe già utile che ne iniziasse subito l’attuazione.
= a LINO e FRANCA M. SU “CHIESA E NAPOLITANO”. Siamo cresciuti tutti nel costume di rispettare la morte come passaggio esistenziale che va al di là di ciò che è stato in terra. Per i credenti il “giudizio” divino è mistero, retto da logiche tutt’altre dalle nostre quotidiane. Per le valutazioni politiche ci sarà tempo. Quanto abbia rilievo etico o politico il fatto che il Pontefice in persona esca di Vaticano e vada in Senato a rendere omaggio allo scomparso come grande servitore della Patria e che il dotto cardinale Ravasi preveda, con l’alato linguaggio del profeta Daniele, che brillerà tra le stelle del cielo dei giusti, è interrogativo che non mi spetta sciogliere. Più banalmente, vi è forse sfuggito che, confermando paterna apertura (sempre a senso unico), il cardinale Zuppi ha ritenuto di intervenire alla Festa di Rifondazione Comunista. Amen.
= a RINA F. SUL “MEDIOEVO” A GUBBIO. Effettivamente non poche sono le iniziative culturali che, in più luoghi e regioni, fioriscono intorno all’evocazione suggestiva dell’ “Evo Medio”, per non parlare delle manifestazioni annuali: alcune di buona valenza scenica, altre poco più che folkloriche. Il festival del Medioevo di Gubbio è tutt’altra cosa. E’ un incontro ricco di contenuti e approfondimenti, animato da personalità eminenti negli studi e nella divulgazione, un attraente mix di contributi scientifici e diffusione culturale; il tutto ambientato in una città che primeggia in Europa per il suo volto autenticamente medioevale. Con rammarico, per varie coincidenze e contrattempi, non ho potuto intervenire agli ultimi eventi. Ritengo, peraltro, che gli Enti pubblici – a cominciare dalla Regione alla Provincia allo stesso Ministero del quale sono peraltro limitate le risorse – e la parte più sensibile dell’imprenditoria dovrebbero incrementare il sostegno al Festival eugubino, veicolandovi anche l’interesse della popolazione scolastica umbra (oltre che farne una ulteriore leva attrattiva del turismo di qualità).
di Domenico Benedetti Valentini

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