Decida la Regione se riconciliarsi con un territorio (e risarcirlo)

“Controcorrente” è stata e resta a fianco delle Associazioni

Decida la Regione se riconciliarsi con un territorio (e risarcirlo)

Decida la Regione se riconciliarsi con un territorio (e risarcirlo)

Decida la Regione – “Controcorrente” è stata e resta a fianco delle Associazioni che da Spoleto e Valnerina si rimobilitano per rivendicare dalla Regione l’immediato reintegro dell’Ospedale DEA (Dipartimento Emergenza-Urgenza o Accettazione) di Spoleto e dell’irrinunciabile Punto Nascita. Chi parla di campanilismo e invoca piuttosto solidarietà politica, capisce nulla di territori e sconosce le declinazioni della solidarietà politica . E’ un campanilista a ritroso con forte miopia.


L’unità di azione e di obbiettivi delle forze nazionali, sociali, democratiche e liberalconservatrici, è stata sempre la linea d’intervento del nostro presidente Domenico Benedetti Valentini, fin dalla fondazione del Centro politico e culturale “Controcorrente”, cui nei recenti anni 2000 è stata affiancata l’Associazione di parlamentari ed ex parlamentari “Linearetta”. Nient’affatto cancellando identità e filoni di pensiero, ma erigendoli a vettori di principi istintivamente comuni, sia per una superiore causa di senso dello Stato nazionale, sia per il più generoso servizio ai territori e alle comunità locali. 


“Controcorrente” conosce benissimo e tratta i nodi del Policlinico di Perugia e dell’Ospedale di Terni, degli Ospedali di Branca e di Castello-Umbertide , gli affanni del “San Giovanni” di Foligno (ora resi assai più gravi) e del nosocomio orvietano, la questione delicata di Pantalla (di cui si tornerà a parlare, di concerto coi Comuni interessati), quelle di Assisi, di Narni e Amelia, del Trasimeno-Pievese, dei sempre più evanescenti servizi sanitari in Valnerina. Ma Spoleto è una diversa questione , sociale, politica, istituzionale. E’ un Ospedale DEA, come tale ribadito nel progetto governativo che prevede risorse statali dedicate, che improvvidamente, nell’Ottobre 2020 viene decretato Centro Covid con chiusura di tutti i principali reparti e perfino smantellamento del Punto Nascita.

Gli spoletini non chiesero privilegi: ospitare, se necessario, un reparto Covid ma senza sbaraccare tutto; lo stesso trattamento degli altri quattro DEA di I livello (Città di Castello, Foligno, Branca, Orvieto). Cosa contestano ora le Associazioni? 1) La Presidente della Giunta Regionale ha dato pubblicamente la sua parola che “tutto sarebbe stato ripristinato, anche meglio di prima” appena cessata l’emergenza. Lei stessa (maggio 2021) ha decretato la cessazione dell’emergenza, ma DEA e Punto Nascita non sono stati ripristinati. Ancora oggi un’emergenza chirurgica o cardiaca o traumatologica viene subito dirottata altrove .

Alle donne di Valnerina e Spoletino è tutt’ora vietato far nascere creature all’Ospedale di Spoleto (già da due millesimi non esistono più “nato a Spoleto il”, a Spoleto, non a Borgocerasella!). 2) La Giunta Regionale adottò una delibera di autoindirizzo politico , impegnandosi al suddetto ripristino. Delibera violata, inutile costruire scuse. 3) Ancora al principio di quest’anno, il Consiglio Regionale, votando il DEF (Documento Economico e Finanziario) riguardante l’Umbria, ha deliberato l’obbligo di riattivazione totale del Punto Nascita di Spoleto entro il 30 giugno 2022. Scaduto il termine, nessuna riattivazione.

Sono deliberazioni o carta straccia? Cosa chiedono le comunità deprivate? Che, senza magari prendere al volo pretesti come le nuove fiammate di epidemia, si rispettino delibere, parole date e soprattutto il primario diritto delle popolazioni. Venga riportato il personale che operava nell’Ospedale, si attivino se necessario contratti integrativi, si incentivino i professionisti dando loro certezza di reparti stabili. Non c’è da scherzare. Il Punto Nascita di Spoleto era uno dei più attrattivi dell’Umbria, ha trattato sempre intorno ai 500 parti annui (pari agli standard di ordinaria “deroga” ministeriale, rispetto a quelli più ampi di mille) e quindi, a differenza di altri ospedali umbri, non ha avuto nemmeno bisogno della “doppia deroga”…

L’ultimo aggiornamento sul tema è una insulsa informativa del Sindaco Sisti al Consiglio Comunale su un incontro con l’Assessore Coletto, in cui quest’ultimo, al suo inerte interlocutore, ha detto solo di aver richiesto al Ministero la rituale “deroga” generale per i punti nascita, della quale si vedrà se e come Spoleto potrà fruire… Aria fritta e provocatoria. Allora, qui non si fa una prosaica questione elettorale . Non da parte nostra. Noi siamo se mai quelli che, da metà anni ’80, abbiamo aperto la strada del consenso popolare alla primazìa della Destra nel comprensorio di Spoleto e in Valnerina; e, da qui muovendo, in gran parte dell’Umbria nord e sud. Pertanto ci è stata più che sufficiente la devastante vicenda spoletina 2018-2019 , quando una parte dei consiglieri delle destre, unendo i loro voti a quelli del PD, hanno abbattuto l’Amministrazione di centrodestra, proprio mentre c’era da difendere l’Ospedale dallo smantellamento. Con il che, perfezionata l’opera senza nemmeno ricompattarsi né al primo turno né al ballottaggio delle nuove amministrative, è stata abbandonata questa rilevante città ad una sgangherata coalizione PD-Civici X-M5S.

(Risultato umbro aggiuntivo di questa operazione , così ben diretta dai responsabili regionali, è stata la consegna della Provincia ad una presidenza di sinistra!). Per la città un’Amministrazione fondamentalmente avulsa dai prioritari problemi cittadini, guidata dallo stimato agronomo perugino Andrea Sisti, che si chiede la gente chi e che cosa l’abbiano portato a fare il Sindaco di Spoleto, posto che assiste in maniera sfingea o complice alla gravissima questione di Punto Nascita e Ospedale DEA, così come del resto ad altre che la seguono in ordine d’emergenza… QUI, IL NODO SOCIALE E POLITICO CHE LA REGIONE E LA SUA PRESIDENZA DEVONO SCIOGLIERE SENZA RITARDO (dribblando la sostanziale connivenza di siffatto Sindaco e non facendosene un cinico alibi) E’ SE INTENDONO RICONCILIARSI CON QUESTI TERRITORI, COSA CHE PASSA INDEROGABILMENTE DALLA QUESTIONE OSPEDALIERA.

Né ora basterà – intendiamoci – ripristinare alla meglio “quel che c’era”, perché il danno è stato enorme e molteplice: delocalizzazione del personale, disaffezione e deviazione dell’utenza, inenarrabili disagi, smantellamento di strutture (anche provento di forti donazioni di Enti e privati) e perfino alterazioni murarie…… Si impongono investimenti riparativi e aggiuntivi , suscettivi di reimpulso. Solo a queste pre-condizioni, si può pensare di calare il PRS sull’Umbria centrale e prefigurare scelte (che sono prettamente politiche) sull’integrazione tra comprensori ospedalieri adiacenti. Detto ciò, a chi ci viene a riparlare di campanilismo e osservanza politica, auguriamo di risvegliarsi presto nel mondo della Realtà Politica . Dove si rispettano innanzi tutto i territori. E le solidarietà politiche si manifestano con fatti concludenti e cose che contano.

/Avv. Bendetti Valentini

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